sábado, 16 de febrero de 2013

Rosolini




Rosolini si sviluppa a 154 metri sul livello del mare, rientra nella provincia di Siracusa e raggruppa quasi 22.000 abitanti.

L'attività economica principale è quella agricola: la città è circondata dalla campagna, prevalentemente adibita alla coltivazione di viti, agrumi, mandorli, olivi e carrubi.

L'origine cittadina risale al 1713 ad opera di Francesco Moncada principe di Larderia che ottenne il feudo di Rosolini grazie al suo matrimonio con Eleonora Platamone.


Rosolini può offrire molto dal punto di vista archeologico grazie al ritrovamento di un grande cimitero con catacombe presso la Contrada Stafenna, all'interno della Cava Grande di Rosolini.

Dal punto di vista artistico la città si ricorda per la Chiesa Madre edificata a cavallo del 1700 e del 1800 ed intitolata alle Anime Purganti, dalla Fontana dei Tritoni presente in Piazza Masaniello, fino a giungere al Castello dei Platamone.


Rosolini, borgo feudale, si è sviluppata in un arco di tempo di oltre due secoli. La sua origine può farsi risalire alla metà del XV secolo in seguito al matrimonio tra Antonio Platamone e Margherita De Podio, la quale porta in dote il feudo Cugni d’Incumbao, più conosciuto come Li Salini, cioè il territorio attuale di Rosolini.

Fu allora che venne richiesta a Ferdinando il Cattolico l’autorizzazione a costruire un castello per dare origine a una città che fosse poi riconosciuta come gli altri nobili feudi del regno. Tale autorizzazione venne concessa il 15 gennaio 1485. Essendo il feudo pertinenza della città di Noto, la concessione venne annullata due anni dopo su pressione della nobiltà netina.

Il conflitto tra i Platamone e i giurati di Noto durò circa due secoli, tra concessioni e revoche, poiché le autorità non intendevano rinunciare al privilegio di riscuotere le terze parti del raccolto. In questa lite furono protagonisti anche i coloni che, nel frattempo, avevano popolato il territorio del feudo e che si ribellarono al pagamento dei tributi. Arriviamo così al maggio del 1704 quando il Principe di Lardaria, Don Francesco Moncada Cirino, sposa Eleonora Platamone, unica erede del patrimonio della sua famiglia.



Francesco Moncada, con il suo prestigio, riesce a fare ciò che ai Platamone non era stato permesso di realizzare: egli ottiene, infatti, il 1° agosto del 1712, la “Licentia Populandi” con il benestare delle autorità netine.


I nuovi coloni si stabilirono attorno al così detto “Castello”; in effetti era l’abitazione della famiglia Moncada-Platamone, quando d’estate veniva da Palermo, per brevi periodi, a incassare le gabelle. Oggi di tutto il palazzo ci rimane solo l’ampio cortile, la torretta campanaria vicino al portone d’ingresso e qualche muro diroccato. Tuttora, nel dialetto locale, questo posto viene chiamato a Curti (la Corte) proprio per indicarne la funzione giuridica e il luogo che vide sorgere le prime case della città. Se del “Castello” non è rimasto quasi nulla, tuttavia è possibile ammirare una stupenda basilica paleocristiana ipogea, inglobata nel complesso e che ha dato origine al nome di Rosolini.